A come assemblaggio
B come Balla
C come corrente
D come distribuzione
E come Edison
F come Flash
G come gioco di luci
H come high-tech
I come intensità
L come lanterna verde
M come Mattei
N come neon
O come odissea nello spazio
P come pianificazione
Q come qualità
R come rivestimento
S come show di luci d'artista (Salerno)
T come torcia
U come utenza
V come Volta
Z come zona illuminata
L'immagine mostra come sia tendenzialmente diminuito il consumo energetico medio dal 2013 al 2014. Tale decremento è giustificabile dal miglioramento tecnologico nell'ambito della componentistica dell'illuminazione artificiale e dalla sempre maggiore diffusione delle lampadine a basso consumo energetico
Intensità luminosa Light intensity Intensidad de luz Intensité lumineuse
Lampadina Light bulb Bombilla Ampoule
Voltaggio Voltage Voltaje Tension
Corrente elettrica Electrical current Corriente electrica Courant électrique
Energia luminosa Bright energy Energia brillante énergie lumineuse
Frequenza Frequency Frecuencia Fréquence
Conduttori Conductors Conductores Conducteurs
Potenza elettrica Electric power Energia electrica Puissance électrique
Le immagini mostrano i loghi di alcune delle principali industrie che operano nel campo dell'illuminazione artificiale di cui, per ulteriori notizie: Philips Edison Enel Iren
Chi pensa che il livello tecnologico dell'illuminazione domestica sia ancora limitato all'accensione e spegnimento di qualche lampadina è fuori strada: complici anche i risvolti artistici di questo argomento, da qualche anno assistiamo a una forte spinta tecnologica sotto questo versante, con importanti ripercussioni (anche) all'interno delle mura domestiche. Se dieci anni fa il concetto di illuminazione domestica ci coinvolgeva solo nel momento di cambiare la lampadina per una uguale o quasi, oggi tra sistemi domotici, LED e luci gestibili via rete tramite scenari preimpostati, è possibile trasformare casa in un'opera d'arte vivente. Lo scopo di questo servizio non è offrire un approfondimento tecnologico a chi già mastica l'argomento, ma piuttosto suscitare curiosità per un settore di cui si parla poco evidenziandone lo "stato dell'arte" e e le prospettive future, fungendo anche da guida all'acquisto delle soluzioni esistenti: qualora ci fosse interesse, potremo poi approfondire ognuno dei temi toccati.
Dai LED all'home automation, quando l'hi-tech incontra la luce
Il settore dell'illuminazione (domestica e non) è andato incontro a un processo evolutivo molto importante nell'ultimo decennio, passando da una pura e semplice necessità a un ambito in cui sperimentare soluzioni hi-tech, domotiche e artistiche. La tradizionale lampadina a incandescenza, che ci ha accompagnato per generazioni con il suo calore "ingestibile" (guai a toccarla accesa) e il suo sottile filamento metallico, è andata incontro a un processo di graduale messa al bando che ha raggiunto nel settembre 2012 il suo stadio finale, con tanto di divieto di produzione di qualsiasi potenza, mentre le lampadine già prodotte possono essere ancora vendute fino a esaurimento scorte.
Parallelamente all'evoluzione tecnologica che ha portato alla sostituzione delle lampadine a incandescenza con quelle a risparmio energetico e quelle a LED (di cui parliamo in modo approfondito più avanti nel servizio), la diffusione dei sistemi di home automation, come La mia casa domotica di Gewiss ha investito il settore permettendo possibilità fino a ieri impensabili: un sistema domotico efficiente permette operazioni centralizzate piuttosto semplici come lo spegnimento immediato di tutte le luci oppure l'applicazione di scenari preimpostati che definiscono quali luci accendere e con che intensità sulla base dell'attività in corso (una festa tra amici, la visione di un film ecc).
Anche rimanendo in un ambito domestico, il contributo hi-tech all'illuminazione può andare ben oltre e comprendere, per esempio, rilevatori IR di movimento e sensori di luminosità sparsi per la casa, che accendono le luci in automatico quando rilevano la presenza di persone ma solo se la luminosità ambientale non è ritenuta sufficiente (con piacevoli conseguenze sulla bolletta).
Tutto questo va infatti a manifestare concretamente il concetto di Smart Lighting come complesso di tecnologie di illuminazione volte alla massima riduzione dei consumi. In quest'ottica troviamo anche lampade anti black-out che si accendono quando manca la corrente e assicurano ore di autonomia, lampade per esterni gestite da un pannello di controllo o da sensori di luminosità e di presenza che, oltre a illuminare l'ambiente grazie a LED neutri, possono anche offrire gradazioni cromatiche diverse a seconda del preset, dell'ora, dell'umore e via dicendo. Qui a fianco, alcune delle tipiche Scene che riguardano sia gli ambienti di casa che i momenti della giornata.
Gli esempi potrebbero andare avanti per ore, tra singole lampadine che si accendono da sole e che possono essere regolate con dimmer a muro fino a passerelle luminose con colore variabile. Se si vuole sperimentare con la luce, oggi gli unici limiti sono la fantasia e il budget.
Luce Smart a casa tua in 5 minuti: ecco come fare
Per ottenere risultati brillanti con l'illuminazione di casa non è necessario possedere complessi sistemi di home automation, poichè grazie alla sempre maggior diffusione delle reti Wi-Fi, disporre di un sistema di smart lighting è alla portata di tutti. Le lampadine integrano l'elettronica di collegamento a un bridge (che utilizza uno standard di comunicazione wireless con le lampadine, come ZigBee), il quale a sua volta è connesso alla rete locale per permettere il funzionamento dell'app di controllo e, tremite accesso web, per la gestione dall'esterno della casa. Per capirci bene e rendere questo servizio anche una guida all'acquisto, procediamo per esempi: Belkin, per esempio, punta molto sul suo sistema di smart home Wemo, del quale un'area importante è proprio l'illuminazione.
Le cose interessanti di questa soluzione e di tutte quelle analoghe sono la semplicità di configurazione, la modularità e la versatilità: non c'è bisogno di fare lavori, l'impianto può essere esteso gradualmente aumentando le lampadine (nel caso di Wemo, fino a 50) e il tutto si controlla via smartphone o tablet.
Le funzionalità possibili sono moltissime: a parte l'accensione/spegnimento a distanza, anche quando si è fuori casa via web, c'è la possibilità di creare scenari e programmazioni personalizzate a seconda degli ambienti, temporizzare l'accensione/spegnimento a seconda dell'ora del giorno e della stanza, attenuarle gradualmente, accenderle per qualche ora ogni sera quando si è in vacanza per fungere da dissuasore per eventuali ladri, in alcuni casi anche modificare la tonalità e via dicendo. L'unico inconveniente, se così si può dire, è il costo delle lampadine, nel senso che sono solitamente a LED e integrano l'elettronica di controllo. Va però detto che i consumi sono molto ridotti proprio per via della tecnologia adottata e anche la durata è estesa: giusto a titolo di esempio, Belkin nelle pagine del prodotto dice che “Con una durata di 23 anni (in base ad un utilizzo giornaliero di 3 ore), queste lampadine potrebbero essere le ultime che dovrai comprare!”. Ventitre anni, cosa che con le "care e vecchie" lampadine a incandescenza non sarebbe mai stata possibile.Esempi ce ne sono quanti se ne vuole: c'èLightfy di Osram, per esempio, ma Philips Hue è quello più noto in assoluto. Anche in questo caso è possibile integrare in rete, tramite un bridge, fino a 50 lampadine da controllare singolarmente, a gruppi e sulla base di scenari preimpostati. Il bridge consente poi la connessione del prodotto a Internet, con possibilità di controllo remoto quando si è fuori casa.
Ciò che rende Hue particolarmente significativo è il fatto di poter riprodurre tutte le tonalità di luce bianca, simulando così sia i toni caldi e rilassanti delle vecchie lampadine a incandescenza, sia quelli freddi e più energizzanti delle luci al neon. Ma al di là di micro variazioni di temperatura colore, Hue può riprodurre anche tutti i colori dello spettro cromatico. Questo significa che gli scenari non solo sono connotati dall'intensità luminosa, che può comunque essere modificata a piacimento, ma anche dal colore, cosa indicata per sottolineare uno stato d'animo, una particolare situazione, un'attività (lettura, relax, concentrazione...) o anche semplicemente per dare un tocco di vivacità ulteriore all'ambiente di casa. Anche in questo caso è possibile iniziare con poche lampadine e aggiungerne poco alla volta: il bridge, che si collega alla rete locale esistente, ne supporta fino a 50. Le lampadine Hue sono disponibili nel classico aggancio a goccia E27 e anche in faretto con aggancio GU10.
Andiamo oltre: programma i tuoi giochi di luce
Nelle funzionalità smart si può andare oltre, molto oltre: per quanto riguarda Philips Hue, usando IFTTT (If This Than That), ovvero il servizio Internet che permette di collegare web app e servizi tra di loro, è possibile rivoluzionare la propria esperienza di smart home.
Collegando Philips Hue al proprio account IFTTT, si possono usare infinite "ricette" accessibili pubblicamente per estendere le funzionalità delle lampadine smart di Philips. Per esempio, usando il servizio di localizzazione dell'iPhone associato a Hue è possibile accendere le luci automaticamente quando ci si trova in prossimità di casa. In pratica, non si corre più il rischio di lasciare le luci accese, a patto di avere il telefono in tasca.
Un'altra funzionalità già sperimentata dagli utenti è la notifica basata sui flash luminosi: quando nel telefono arriva un messaggio, le luci della stanza cambiano colore per un attimo, segnalando la cosa all'utente; è anche possibile fare in modo che le luci di casa emettano per qualche secondo i colori della squadra del cuore quando segna un gol, oppure che cambino tonalità quando sta per piovere, avvisandoci di togliere dal balcone gli indumenti stesi e via dicendo...
Prodotti simili che meritano considerazione sono i Wi-Fi LED Bulb di Hinnovation, ma soprattutto LIFX, un progetto nato su Kickstarter con finalità analoghe a quelle di Philips Hue ma con la particolarità di non necessitare un bridge per funzionare: in questo caso, infatti, le lampadine LIFX si connettono al router esistente e creano una rete Mesh, rendendo superflui altri componenti; inoltre, la rete LIFX può ospitare fino 100 lampadine che richiedono appena 18 Watt per produrre 1.000 lumen e durano 40.000 ore. Un investimento che si ripaga nel tempo.
Ovviamente il controllo verrà effettuato tramite app per iOS e Android e sono già previste funzionalità extra come quella dei flash luminosi colorati nel caso di notifica sullo smartphone e l'integrazione con Nest, il sistema di home automation (noto principalmente per il termacquistato da Google. Ovviamente sono poi presenti tutte le funzioni standard come gli scenari, l'accensione temporizzata, la modifica del colore sulla base dell'ora, dell'umore ecc...
Si può rendere smart una lampadina normale?
Il problema che circonda tutto l'universo dell'illuminazione “smart” è solo uno: il costo. Naturale quindi domandarsi sulla possibilità di aggiornare il proprio impianto senza sostituire le lampadine, cosa che ha senso soprattutto se quelle che si possiedono sono già basate su tecnologia LED e quindi molto longeve per definizione. La risposta è affermativa, e il video che segue molto eloquente:Emberlight è attualmente in fase di preorder ma promette molto bene: non richiede hub appositi, si collega direttamente alla rete Wi-Fi esistente, dispone di preset personalizzabili basati su situazioni e attività e funziona con tutte le lampadine, da quelle a incandescenza tradizionali alle LED dimmerabili e a risparmio energetico. Tra l'altro Emberlight usa una funzionalità di Bluetooth Beacon per accendersi e spegnersi in base a un parametro di prossimità. Certo, bisogna tenere lo smartphone (iOS o Android) in tasca, ma vedere le luci che si accendono da sole quando entriamo in una stanza è senza dubbio piacevole. Ed è già previsto il supporto per Apple Watch.
L'esposizione sempre più intensa e prolungata alla luce artificiale dopo il tramonto è strettamente associata alla deprivazione di sonno, una condizione che predispone a problemi di salute quali obesità, diabete e malattie cardiovascolari. E la diffusione delle luci LED può peggiorare la situazione
Da conquista tecnologica a rischio per la salute: sarebbe questa la parabola storica della luce artificiale secondo un articolo di commento apparso sulle pagine di “Nature” a firma di Charles Czeisler, del dipartimento di Medicina del sonno della Harvard Medical School.
La luce artificiale è uno dei fattori più strettamente associati alla deprivazione di sonno, una condizione molto comune nella nostra società e che costituisce uno dei fattori di rischio per condizioni patologiche che assumono sempre di più dimensioni epidemiche, come l'obesità, il diabete, le malattie cardiovascolari, la depressione e l’ictus.
Recenti ricerche in questo campo, condotte sia sul modello animale sia direttamente sull’uomo, hanno mostrato per esempio che stare svegli più a lungo altera l'espressione di centinaia di geni. A livello comportamentale, si è visto invece che la veglia prolungata induce a mangiare di più, ben oltre le necessità energetiche dell’organismo. E ci sono effetti misurabili anche sul sistema immunitario: per mantenere il suo equilibrio, l’organismo necessita di un congruo numero di ore di sonno per notte.
Ancora più evidenti sono gli effetti sulle facoltà psichiche: a essere più colpite sono la capacità di attenzione, di concentrazione e di apprendimento, e anche l’umore può farne le spese; inoltre, si determina un incremento dello stato di ansia e di depressione che alcuni studi hanno correlato addirittura a un maggior tasso di suicidi.
A lamentare un numero insufficiente di
ore di sonno (tipicamente la soglia per gli adulti è di sei ore per notte), secondo le statistiche è ormai circa un terzo degli statunitensi adulti attivi, mentre era il 3 per cento solo 50 anni fa. Non va meglio ai più piccoli, se è vero, come mostrano i dati, che in tutto il mondo i bambini dormono in media 1,2 ore per notte in meno rispetto a un secolo fa.
Le cause di questo spostamento vanno senz'altro ricercate nella tendenza sociale a spostarsi sempre più verso una produzione di beni e di servizi 24 ore su 24 e sette giorni su sette, le cui conseguenze sono evidenti dagli studi su soggetti che lavorano su turni di notte. Ma non è da trascurare la deprivazione di sonno volontaria e per attività ricreative, come restare svegli davanti alla televisione.
In tutto questo, il ruolo della luce artificiale viene raramente sottolineato, ma è fondamentale: così come l'orecchio ha due funzioni, quella dell'udito e quella dell'equilibrio, l'occhio ha, oltre alla funzione della visione, anche quella di trasmettere al cervello, tramite le cellule gangliari della retina, le informazioni circa la presenza di luce dell'ambiente, il più importante dei segnali che regolano i ritmi circadiani, il nostro “orologio interno”.
Una volta giunti nel cervello, questi segnali innescano una serie di effetti diversi: inibiscono i neuroni che promuovono il sonno, sopprimono il rilascio dell'ormone melatonina, importante per la regolazione dei cicli sonno-veglia da parte dell’ipofisi, e attivano i neuroni orexina nell'ipotalamo che promuovono lo stato di veglia.
Dunque il quadro complessivo è il seguente: l'essere umano si è evoluto secondo i ritmi circadiani regolati sulla luce naturale. Ma da poco più di un secolo, dopo il tramonto si accendono le luci artificiali, che riproducono anche durante le ore notturne i segnali che sarebbero propri del giorno. E il fenomeno è sempre più intenso e pervasivo, al punto che nelle zone abitate il buio assoluto quasi non esiste più: all’illuminazione artificiale viene destinato attualmente il 19 per cento dell'energia prodotta nel mondo.
E quanto più illuminiamo l'oscurità, sintetizza Czeisler, tanto meno dormiamo. Inoltre, l'avvento dell'illuminazione a LED, più efficiente di quella delle classiche lampadine a incandescenza e anche delle alogene, non potrà che peggiorare le cose. La luce LED bianca è infatti ricca delle componenti blu-verde dello spettro, che sono proprio quelle a cui sono più sensibili le cellule gangliari della retina. Risultato: l’illuminazione artificiale segnalerà sempre di più al nostro cervello che non è ancora ora di dormire, e in questo faranno la loro parte anche televisori e monitor di computer, da qualche anno basati anch’essi sulla tecnologia a LED.
Fortunatamente, i meccanismi con cui la luce artificiale sopprime il sonno sono sempre più chiari, e ciò aiuta anche a porre rimedio a questo effetto: per esempio, già si pensa a correggere la componente blu-verde delle luci LED con un’emissione più spostata verso le tonalità giallo-arancio. Ma nulla vale quanto lo sforzo che possiamo fare tutti, per organizzare in modo diverso la nostra giornata, magari evitando di restare davanti a uno schermo fino alle ore piccole.